Catappa in acquario: guida ai betta splendens
Una foglia, numerose proprietà benefiche! Ebbene, sì: stiamo parlando proprio dell’uso di foglie di catappa in acquario!
Attenzione: è giusto specificare che noi per catappa intendiamo la singola foglia ottenuta dal mandorlo indiano conosciuto con il nome scientifico di “terminalia catappa”.
Foglie di catappa in acquario, da dove vengono?
Necessaria, se non fondamentale, una digressione su come si ottengono queste foglie. Questa breve spiegazione vi permetterà di capire e scegliere quali effettivamente sono di ottima qualità e quali meno.
Le foglie utilizzate sono solamente quelle cadute naturalmente dagli alberi: vengono infatti raccolte solo quelle col caratteristico color giallo-rossastro; ovviamente quelle ancora verdi e fresche vengono scartate poiché non contengono ancora le sostanze benefiche presenti in quelle secche.
Vengono successivamente risciacquate con acqua naturale per togliere impurità e lasciate asciugare al sole; verranno successivamente tolte tutte quelle foglie che presentano buchi, macchie e imperfezioni nel colore, al fine di scongiurare l’eventuale trasmissione in acquario di possibili batteri dannosi.
Infine avviene la suddivisione in base alle dimensioni delle foglie e preparate per la spedizione.
ATTENZIONE: Diffidate dall’acquisto di foglie che non siano certificate o garantite dal venditore!
Catappa in acquario a che cosa serve?
Veniamo ora al cuore dell’articolo: A che cosa serve la catappa in acquariofilia? Perché viene consigliata se alleviamo i Betta Splendens?
La catappa è nota a quasi tutto il parco acquariofilo e soprattutto a coloro che riproducono biotopi asiatici poiché permette di ambrare (rende l’acqua particolarmente scura, sul marroncino) e acidificare l’acqua grazie alla presenza naturale di tannini, fitosteroli e acidi umici.
Dal punto di vista prettamente “curativo”, la catappa ha forti proprietà antibatteriche, antifungine ed antiossidanti che vengono rilasciate al momento dell’inserimento in acqua. Si rivelano molto utili se non indispensabili per andare in soccorso a pesci con ferite da combattimento, ferite dovute alla deposizione di uova, così come per la prevenzione della corrosione delle pinne.
L’uso di foglie di catappa in acquario è consigliato pure per facilitare l’acclimatazione di nuovi esemplari in vasca e per rafforzare la mucosa presente sulla “pelle” dei pesci al fine di scongiurare infezioni micotiche e batteriche.
Per quanto riguarda, nello specifico i Betta Splendens, non è raro riuscire ad indurre la deposizione delle uova da parte della femmina e la costruzione del nido da parte del maschio semplicemente inserendo le foglie di catappa in acquario.
Come abbiamo accennato prima, la catappa tende ad acidificare l’acqua della vostra vasca, ovvero va ad agire sul ph e tende ad abbassarlo, quindi potete usarla per arrivare al valore ottimale per i vostri pesci (per i valori ottimali, consultate l’articolo precedente).
Quante foglie di catappa mettere nell’acquario?
Solitamente in commercio possiamo trovare più grandezze della foglia. Ad ogni modo, consigliamo sempre una foglia per 15-20 giorni, dopo questo periodo di tempo perderà le sue proprietà e potrete rimuoverla manualmente poiché inizierà a decomporsi.
ATTENZIONE: Le foglie di catappa non vanno assolutamente ad influire sulle colonie batteriche presenti in vasca e nel filtro.
Andiamo adesso a vedere i metodi più classici di utilizzo delle foglie:
- CATAPPA A PELO ACQUA: Possiamo banalmente appoggiare la nostra foglia sul pelo dell’acqua.
Questo metodo porterà sostanzialmente due benefici: acidificherà (abbasserà il ph) e renderà più scura l’acqua, facendola sembrare sporca ma fidatevi che non lo è, almeno, non per la catappa! Noi utilizziamo questo metodo anche quando vogliamo creare un riparo per il betta dalla luce troppo forte dei led, che come ben sappiamo non è molto amata.
La foglia galleggerà fino a quando non sarà completamente imbevuta di acqua. A quel punto potrete scegliere se toglierla e metterne una nuova o lasciarla affondare.
Normalmente si lasciano affondare per due motivi: per rendere l’ acquario più naturale , oppure per dare nutrimento ai nostri amici detritivori: chiocciole e caridine!
- DECOTTO CATAPPA
Molti acquariofili preferiscono utilizzare solo le proprietà della foglia senza inserirla in vasca. In questo caso basterà preparare dell’ acqua e portarla ad ebollizione, dopodichè mettere in infusione delle foglie di catappa fino ad ottenere un vero e proprio infuso. L’infuso ottenuto potrà essere travasato in contenitori e versato in vasca a propria necessità
- TEA BAG
Il catappa thè
Ultimanente sta prendendo piede questa tecnica molto comoda e semplice.
Non nascondiamo che anche noi ne stiamo facendo largo utilizzo alternandolo alla foglia lasciata in superficie!
Questo metodo consiste nel riempire dei sacchetti da thè. Vi occorrono:
-bustine vuote per tisane (le potete trovare facilmente in erboristeria)
–foglie di catappa sminuzzate.
Il procedimento, bene intuibile è semplicemente inserire un po’ di foglie sminuzzate dentro alla bustina vuota. Chiudere il tutto con del filo di cotone (evitate punti di spillatrice perché sono di metallo e potrebbero arruginire in acqua) e mettete la bustina in infusione direttamente dentro l’acquario, come se fosse un vero thè!
Questo metodo è molto comodo se preferiamo non avere scarti di foglia in acquario e non amiamo inzuppare le mani per recuperarla una volta affondata.
Un ultimo appunto: Utili, sostanzialmente per lo stesso fine ma non ambrano l’acqua sono le pignette di ontano.
Noi non le amiamo particolarmente perché si decompongono molto più lentamente restando in acquario anche per mesi e poi non rendono l’acqua scura! Un vero peccato! Sono molto utilizzate anche per le caridine.
Voi potete provare entrambi e fateci sapere con cosa vi trovate meglio!
Noi vi salutiamo e vi aspettiamo al prossimo articolo!
Ho provato la pignetta di ontano una in un acquario 10Lt effettivamente non ambra l’acqua è normale che l’acqua si sia intorbidita?
Ciao, allora dubito sia sta quella a far diventare l’acqua torbida a meno che non sia marcita all’interno della vasca.