Come funziona un acquario: il pets di vetro

Oggi parliamo di come funziona un acquario, durante il mio periodo da commesso in un negozio di acquari mi capitava spesso di sentire domande “strane” da parte dei clienti che nascondevano pregiudizi infondati. Quante risate con i colleghi al sentire: “Scusi, questo pesce ha bisogno dell’acquario?” oppure “E ma questa vasca è troppo grande, poi è difficile da pulire”.

Come funziona un acquario
In foto acquario Stlyle Line 125 di Oase

Risate tra colleghi a parte oggi sono qui per spiegarvi che cos’è un acquario. Tutte le definizioni lasciano a desiderare o sono limitanti. Negli anni ho imparato a considerare ogni vasca come unica e inimitabile. È quasi come le bacchette di Harry Potter, o una persona: ogni acquario è differente da un altro nei tempi, bellezza, comodità, praticità… Proprio come se fosse un partner di una relazione sentimentale scopriamo le caratteristiche da tenere in considerazione.

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Acquario come funziona: vasca grande o piccola?

Acquario piccolo è spesso sinonimo di facile, tranne in acquariologia dove piccolo è sinonimo di incubo! Un acquario è un sistema stabile che richiede l’intervento umano per essere mantenuto tale. Ogni variazione di temperatura, valori dell’acqua, specie inserite, crescita delle piante… ne influenza la stabilità. Capiamo quindi che in proporzione per minacciare un acquario di mille litri serviranno variazioni più significative rispetto ad una vasca di venti litri. Consideriamo anche che gli acquari non sono solo vetro e H20 ma un insieme di microrganismi, batteri (utili), gasteropodi, anellidi, piante e plancton che vivono nel substrato e nell’acqua. Tutti questi micro-organismi svolgono funzioni precise e se correttamente equilibrati renderanno una vasca bellissima. E ovviamente la quantità e la diversità di questi organismi naturali influenza la stabilità dell’acquario.

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In foto acquario Scaper Line 100 di Oase

Acquario come funziona: quando inserire i pesci

Appreso che un acquario non è semplice vetro contenente acqua è facile capire che dovremmo dare tempo a tutti i micro-organismi di rendere la nostra vasca stabile prima dell’inserimento di forme di vita più complesse (come pesci, anfibi o rettili). L’acqua infatti subisce una trasformazione radicale  nei primi 30 giorni passando anche periodi dove risulterebbe molto tossica per i pesci. Questo periodo di 30 giorni si chiama maturazione dell’acqua o “ciclo dell’azoto”; si può accelerare o rallentare: non è matematico ma è sicuramente uno standard.

Piante finte o vere in acquario: cosa cambia?

A questo punto dell’articolo dovreste aver capito che le piante vere sono necessarie all’equilibrio di una bell’acquario.  Le piante vere contribuiscono all’assorbimento di molte sostanze di scarto di pesci e micro organismi oltre a svolgere la funzione di arricchimento psicologico per gli animali. Tuttavia in acquari “asettici” o di quarantena (quindi allestiti temporaneamente) possono essere utilizzate anche quelle di plastica. In generale gli acquariofili professionisti ripudiano ogni arredo non naturale.

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Conclusioni e consigli per iniziare con un acquario

Scegliete gli ospiti della vasca prima dell’acquario in modo tale da poter riuscire a creare un allestimento il quanto più fedele alla natura. Abbiate pazienza, un bell’acquario è il frutto di anni di miglioramenti. Dedicatevi alla vostra vasca con passione e non per obbligo, l’acquariologia non la puoi forzare la devi volere.

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