Riproduzione tartarughe terrestri: Testudo hermanni, marginata e graeca
La riproduzione delle tartarughe terrestri è per molti appassionati un traguardo, una conferma della propria passione e un modo per condividerla con nuove persone.
Consideriamo inoltre la riproduzione di tartarughe, senza i regolari documenti, come un atto da evitare ad ogni costo. Mandare avanti generazioni irregolari causa soltanto l’aumento di esemplari illegali, con conseguenze negative sulle popolazioni selvatiche, sul commercio e sulla detenzione.
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Riprodurre un animale, per quanto sia un’esperienza affascinante, non è un gioco. Infatti, il proprietario si assume la responsabilità completa sui nuovi nati, sulla loro genetica, sulla loro aspettativa di vita, sull’accrescimento e soprattutto una responsabilità legale. Dunque, capiamo che riprodurre le tartarughe terrestri, solo per il piacere di farlo, è praticamente controproducente, se non fatto nelle giuste modalità (soprattutto in materia legislativa e genetica). Non sai che cos’è e come funziona la CITES? clicca qui e vai all’articolo.
In foto deposizione Testudo graeca ibera Credit: Giuseppe Russo
Quando non si possono riprodurre le tartarughe terrestri mediterranee:
Sebbene nell’atto pratico la riproduzione tartarughe terrestri sia sempre possibile, è sconsigliata o vietato (in materia legislativa) quando:
- Gli esemplari non hanno i regolari documenti CITES.
- Gli esemplari in tuo possesso sono consanguinei: questa pratica porterebbe al cosiddetto “IN-BREEDING” ovvero all’alterazione delle linee di sangue con conseguenti mutazioni anche gravi.
- Non puoi garantire ai nascituri una corretta gestione anche in caso di mancata vendita. Nello specifico, molti appassionati riproducono convinti di poter cedere o addirittura regalare le nascite. Questo fenomeno è pericolosissimo, sia per la dubbia genetica degli esemplari, sia per il fatto che qualsiasi allevatore prima di riprodurre dovrebbe garantire ai propri nascituri una vita felice anche in caso di mancata vendita, e quindi regolarsi preventivamente con il numero delle nascite.
Il corteggiamento delle tartarughe terrestri:
La riproduzione delle Testudo hermanni, Testudo marginata e T. graeca incomincia con la fase di corteggiamento. Solitamente, inizia dopo il risveglio dal letargo (varia da esemplare ad esemplare). Nelle tartarughe terrestri il corteggiamento si manifesta con:
- La tartaruga maschio annusa gli esemplari di sesso femminile.
- Dopo aver scelto gli esemplari di suo gradimento, inizia a girargli intorno.
- Successivamente il maschio prende a “tozzate”, a morsi e a testate gli esemplari di sesso femminile.
Dovete considerare i maschi di queste specie come particolarmente irruenti. Ecco perché, nel capitolo delle convivenze, selezioniamo un gruppo ideale di almeno 1 maschio ogni ¾ femmine. Proprio a causa del corteggiamento e del conseguente accoppiamento, sono molte le tartarughe di sesso femminile che riportano ferite (anche gravi) al carapace, zampe, collo… a causa dell’irruenza dei maschi.
L’accoppiamento delle tartarughe da terra:
Le tartarughe terrestri mediterranee si accoppiano in posizione dorso ventrale. Un maschio durante la stessa stagione può accoppiarsi anche più volte con la stessa femmina.
In generale, il periodo tra l’accoppiamento e la deposizione delle uova, varia da esemplare a esemplare indicativamente è stimabile a 21 giorni o 1 mese.
Importantissimo è non disturbare, toccare o separare gli animali durante questa fase.
La deposizione delle uova:
Il numero di uova dipende strettamente dalla specie, dall’età di entrambi i genitori, e da moltissimi altri fattori. In generale la Testudo marginata depone da 6 a 9 uova, mentre le Testudo hermanni da 4 a 6.
In una sola stagione riproduttiva una femmina di tartaruga può deporre anche più volte, di solito si fermano a 2, ma anche questo dato dipende dagli esemplari.
Si possono verificare deposizioni anche in totale assenza di maschi nel recinto, questo fenomeno può avere due cause: la femmina depone uova non fertili (che quindi non portano alla nascita di un embrione) oppure, la femmina che depone si è accoppiata negli anni passati (solitamente entro i 4) con un esemplare maschio.
Più si avvicina la data della deposizione più la futura mamma assume dei comportamenti specifici:
- Esplora il recinto (o il giardino) alla ricerca delle diverse zone di temperatura e umidità durante la giornata e la notte. Non è raro che per rilevare questi parametri la tartaruga sosti anche a lungo in queste zone.
- L’operazione dei falsi nidi (lo scavo di nidi che vengono abbandonati o ricoperti senza le uova) può avere lo stesso scopo di rilievo delle temperature oppure confondere eventuali predatori.
- Le tartarughe terrestri possono abbandonare gli scavi o cambiare zona di deposizione anche se disturbate. E’ perciò importante non urlare, parlare ad alta voce o toccare gli animali se ci accorgiamo che stanno deponendo.
Dopo queste operazioni la tartaruga scaverà con le zampe posteriori una buca dove deporrà le sue uova, per poi ricoprirla accuratamente.
Lo sviluppo e la deposizione delle uova è un meccanismo delicato all’interno dell’organismo delle tartarughe. In caso di complicazioni, o mancata deposizione, rivolgersi ad un veterinario specializzato in animali esotici.
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La nascita delle tartarughe terrestri:
Avvicinandosi al giorno della schiusa, l’embrione si indurisce grazie all’elevata presenza di anidride carbonica all’interno dell’uovo. L’embrione, all’esaurirsi dell’ossigeno provvederà a rompere l’uovo dall’interno con il suo “dente dell’uovo”. Ovvero un “dente” posizionato in prossimità del becco, che viene perso dopo la nascita. All’interno del nido, l’embrione, dopo aver spaccato l’uovo rimane al suo interno per un periodo variabile, anche fino ad un paio di giorni.
Successivamente, quando avrà riassorbito il sacco vitellino, scaverà per uscire in superficie. A questo punto sarà nostra premura prelevare il nascituro e i fratelli e inserirli all’interno di una apposita nursery (spazio adibito agli esemplari neonati). Su alcune deposizioni tardive può verificarsi la diapausa: un ritardo nello sviluppo dell’embrione che permette ai futuri nascituri di schiudersi anche a diversi mesi di distanza. Questo meccanismo è l’ennesima prova dell’incerabile adattamento di queste specie al clima. Nello specifico, infatti, la diapausa permette alle deposizioni tardive di sopravvivere all’inverno nascendo in primavera.
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