Trachemys venusta la prossima grande emergenza tartarughe acquatiche secondo TartaGuida
Con l’attuale assetto normativo mondiale in materia di commercio e importazione di animali esotici, si è creata una situazione favorevole alla diffusione delle Trachemys venusta, T. emolli, T. decorata, T. decussata… queste specie provengono dal centro America e possono raggiungere i 40 cm di carapace da adulte e non effettuano letargo. Dunque non esiste nessuna possibilità di adozione, laghetto o centro di raccolta per loro. Evidenziando il rapporto storico che la popolazione Italiana ha con le tartarughe in generale, è estremamente sconsigliato l’acquisto e la distribuzione massiva di queste specie. Comunicano @tartaguida e @tartarescue in un report su instagram
Dopo le T. scripta in Italia la vendita delle Trachemys venusta creerà un massacro nel nord Italia
Con il DLgs n. 230/2017 la comunità europea ha vietato il commercio, la riproduzione, la detenzione e l’adozione delle Nord Americane Trachemys scripta, già presente dal 1950 nei nostri ecosistemi a causa degli abbandoni in natura. Il divieto ha generato un’immediata risposta commerciale, aumentando esponenzialmente le specie presenti nella grossa distribuzione.
Acquisto e detenzione in acquario sono i primi due step che i neo – proprietari percorrono. Successivamente al crescere delle tartarughe si aprono diverse possibilità:
- La costruzione di un laghetto in giardino (per chi ne ha uno)
- La cessione a rifugi o terzi.
- L’abbandono in natura: ancora troppe persone pensano che liberare le tartarughe sia un gesto di altruismo e buonsenso.
“Sarebbe tutto più facile se chi comprasse una tartaruga acquatica se la tenesse per tutta la sua vita, ma in molti casi questo non avviene.”
TartaGuida
Il problema della diffusione della Trachemys venusta: il report del progetto TartaRescue
Le temperature invernali del Sud Italia e delle isole garantirebbero comunque un ambiente confortevole per le T. venusta e simili, che potrebbero naturalizzarsi come le specie già vietate. Nel Nord Italia una diffusione di queste specie causerebbe una catastrofe sociale ed etica. Tantissime persone cercheranno di cederle a terzi senza successo, mentre gli esemplari abbandonati probabilmente periranno a causa delle basse temperature. A differenza della “crisi” delle Trachemys scripta, e dell’attuale “crisi” delle surrogate M. sinensis, M. reevesi, Graptemys… La distribuzione delle Trachemys venusta e simili, renderebbero inutilizzabili i centri di raccolta e le strutture realizzate fino ad oggi, abbandonando il cittadino e gli animali a se stessi, senza la possibilità di soluzioni rispettose del benessere animale. Sebbene le specie prese in esame possano somigliarsi visivamente, vivono in climi differenti. Mentre T. scripta ha 4 stagionalità ben distinte, le Trachemys sud americane vivono in un areale caratterizzato da 1 sola stagione predominante. Salvo adattamenti della specie, la diffusione e il conseguente abbandono massivo di questi animali nel Nord Italia equivarrebbe ad un massacro senza soluzioni alternative.
Buongiorno. Sono di Taranto. Ho un laghetto di circa 3000 l con 13 tartarughe di varie specie tutte adottate. 3 anni fa ho adottato una T.venusta. Ultimi 2 inverni l’ho tenuta in casa, Adesso è cresciuta… Posso provare a lasciarla fuori? Ad oggi è ancora molto attiva. Ha possibilità di ambientarsi?
Buon giorno Paolo, non lo sappiamo con certezza, se decide di farlo ci faccia sapere come è andata